giovedì 21 settembre 2017

Berceto (Pr). L'odore dell'"Aria Pulita" contro il puzzo delle mafie



Un video che parla di mafie nel nostro paese e sotto casa, realizzato dai pensionati dello Spi Cgil Parma e dagli studenti dell'Udu, durante il secondo laboratorio "Aria Pulita", l'11 e 12 settembre 2017 a Berceto, all'interno della villa confiscata alla camorra. Una storia che vale la pena raccontare.


Lo hanno chiamato "Aria pulita" e, parlando del Laboratorio che si è tenuto l'11 e 12 settembre a Berceto, al quale hanno partecipato giovani e anziani, la definizione è davvero appropriata Primo, perché, la lussuosa villa in cui si è tenuta l'iniziativa è stata tolta dalle mani dei camorristi e restituita alla città; il secondo motivo è che, a partire dalle iniziative del sindaco Luigi Lucchi, quel bene è stato trasformato in un centro civico – dentro, tra le altre cose, ci sono una palestra attrezzata, una piscina coperta, una biblioteca e stanze per turisti. Oggi è aperto a tutti, dai bambini agli anziani. 
Una storia andata a buon fine, contrariamente a quanto capita alla maggior parte dei beni confiscati alle mafie in Italia.
L'11 e 12 settembre, a Villa berretto si è tenuto il secondo laboratorio della legalità "Aria
pulita", organizzato dallo Spi Cgil di Parma in collaborazione con Udu - Unione degli universitari e Libera Parma. Ed è in questa occasione che i pensionati dello Spi Cgil di Parma e gli studenti dell'unione degli universitari hanno presentato una interessante videoanimazione in cui si raccontano la storia della villa di Berceto, i dati e la condizione dei beni in Italia e in Emilia Romagna, le minacce ai giornalisti, le intimidazioni e gli attentati sui beni confiscati e si riportano alla memoria le frasi di chi le mafie le ha combattute da diversi versanti, dalla giustizia  all'informazione. Non solo. Sono stati scritti i testi per due canzoni: una ricorda la storia della villa, l'altra "Giuseppe e Salvatore", dedicata ai due gemellini uccisi dalla mafia a Pizzolungo il 2 aprile 1985.  L'attentato, che aveva come obiettivo il giudice Palermo, provocò invece la morte di Barbara Rizzo, 30 anni e dei suoi due gemelli di sei anni che erano in auto con lei al momento dell'esplosione dell'autobomba. 
«Abbiamo continuato una bella esperienza, iniziata lo scorso anno, in cui generazioni diverse, di pensionati e studenti universitari, si confrontano per studiare il fenomeno mafioso e dare voce a chi lo affronta e combatte – spiega Paolo Bertoletti, segretario del sindacato pensionati della CGIL che aggiunge – siamo dalla parte di chi non sta in silenzio». Come il sindaco Lucchi e il pittore Emanuele Modica, che, causa le loro iniziative, all'inizio di agosto sono stati fatti oggetto di minacce. «Gli autori dell'intimidazione  – ha aggiunto Bertoletti – hanno fatto capire esattamente chi sono: individui senza coraggio, che hanno paura a mostrarsi e che dimostrano un fatto assodato, e cioè che la mafia ha paura della cultura, dell'arte, e di chi sa educare alla libertà».

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